Brutte notizie per gli amanti del rifugio Balma.
Venerdì 21 luglio alle 19:15 io e Lorenzo arriviamo al rifugio con la speranza di trascorrere due magnifiche notti di osservazione. Montiamo la tenda, ceniamo e montiamo il mio strumento in perfetto orario rispetto al crepuscolo.
Alle 22:30 circa cominciamo a commentare la qualità del cielo: un cielo così ce lo saremmo aspettati pochi chilometri fuori Torino! Pazienza, si vede che la foschia dovuta all'afa persistente in pianura mantiene effetti deleteri anche ai quasi 1900 metri del rifugio Balma. Poco dopo però ci soffermiamo sulla sagoma del monte Mondolè: sembra illuminato come se ci fosse la luna piena, ed in effetti guardando l'orizzonte da nord a est c'è un chiarore sospetto che rende il cielo assolutamente inguardabile fino a 50-60 gradi di altezza. Il giorno dopo ci è stato svelato l'arcano: piste da sci illuminate in notturna per gare di mountain bike; e la cosa peggiore è che si prevede di ripetere questa bella idea di qui a ottobre tutti i fine settimana per pubblicizzare le piste di Prato Nevoso in vista della stagione invernale.
Non oso pensare a quale potrà essere l'impatto di tale iniziativa sulle nostre future uscite alla Balma. Secondo me è meglio prepararsi al peggio! Che il cielo fosse inguardabile lo si deduce anche dalle immagini di cielo profondo che ho tentato comunque di riprendere. Rispetto alle riprese di un mese fa sono quasi tutte da buttare via; vedremo cosa si potrà tirare fuori a fronte di una intensa sessione di image processing.
Verso mezzanotte dopo aver provato la webcam su Giove con risultati penosi, Lorenzo, stanco e scoraggiato, è andato a dormire. Verso l'una il cielo è migliorato nettamente: avevano spento le luci a fondo valle. La foschia continuava comunque a conferire una spiacevole dominante verdognola al fondo cielo. Ho tirato fino alle 5:30 per fotografare l'ultima falce di luna con la luce cinerea, unico bottino presentabile di una notte che avrei potuto spendere meglio dormendo!
Ho dormito si e no due ore perché già alle otto e mezza il sole rendeva la tenda un forno crematorio, nonostante la temperatura all'esterno fosse ancora pungente come di notte. Nel primo pomeriggio ogni tentativo di dormire si è scontrato con le bizze del tempo meteorologico. Una salva di tuoni e fulmini in lontananza non mi ha fatto chiudere occhio e alla fine, stremato dalla stanchezza, con la prospettiva, al meglio, di osservare un cielo pietoso e, al peggio, di essere trascinato a valle con tutta la tenda da un fortunale tipico della Balma, ho proposto a Lorenzo di levare armi e bagagli e tornare a casa. In 20 minuti eravamo in macchina con i primi goccioloni che cominciavano ad arrivare e con le montagne in direzione della Liguria già imbiancate da abbondanti grandinate.
Si è concluso così, in modo inglorioso, un week-end che ha avuto l'unico pregio di farci assaporare per poche ore la frescura di montagna.
Alla prossima.